Antonello Marzolla, Segretario Generale USARCI e neo Presidente della Fondazione Enasarco, ha rilasciato un’intervista sul quotidiano La Repubblica. Enasarco, l’attuale situazione degli agenti e il nodo e-commerce tra i temi trattati.
“Marzolla: con Enasarco rilancerò la professione di agente di commercio”
Autore: Francesco Antonioli – La Repubblica
Fonte: La Repubblica – Ed. Torino, 18/01/2021 estratto da pag. 10 “Piemonte Economia”
di Francesco Antonioli
Antonello Marzolla, 59 anni, torinese, dal 4 gennaio è presidente dell’ Enasarco, terzo ente previdenziale italiano con 244mila iscritti, più di un milione di prestazioni, 130 mila pensionati e un attivo patrimoniale di 7,84 miliardi. Gli agenti di commercio contribuiscono al 70% del Pil, in Italia circa 1.725miliardi e in Piemonte 132. I professionisti dell’intermediazione sono 23mila in regione e circa 12mila a Torino (220 mila in Italia).
Presidente Marzolla, che succede? Pendono un ricorso al Tar Lazio e una causa al Tribunale di Roma. Possibile che si debba sempre litigare quando ci sono elezioni di mezzo?
«Io sono fiducioso. C’è un meccanismo complesso che porta al voto, ma nessun broglio. Bisogna lavorare e dialogare. Noi siamo coesi con i sindacati Fnaarc e Usarci, Cgil, Cisl, Uil e Ugl e con Confindustria, Confcommercio, Confapi, Confcooperative e Cna».
Perché le polemiche? Non è insensato con la crisi?
«Le ricomporremo, sono sicuro. Ci sono settori al tappeto, come la ristorazione e l’abbigliamento. Il sistema pensionistico è in difficoltà. Non possiamo permetterci situazioni opache».
Beh, opache è un eufemismo…
«Io sono arrivato ai vertici Enasarco dopo anni nell’Usarci sul territorio. Lo so:il nostro ente è finito pure in mezzo allo scandalo dei palazzi di Londra e di Budapest1 venduti al Vaticano con il finanziere Mincione… Ecco, lì c’è un sistema da estirpare».
Come va il bilancio?
«Eccellente nel 2019:190 milioni di utile. Il 2020, con il Covid, sarà diverso. Ma dobbiamo ancora tirare le somme.
Nel 2008 Enasarco aveva lanciato il Progetto Mercurio, piano per dismettere 18mila immobili. A che punto siete?
«Ha generato plusvalenze per circa un miliardo. Abbiamo ancora molte proprietà, soprattutto a Roma e a Milano. Penso a partnership con i migliori architetti per contribuire al rinnovo delle città dove abbiamo immobili».
A Torino che cosa possedete?
«L’ex Toroc di via Bologna e un palazzo in via Avellino. Sono già un cantiere con un ufficio vendite…
Dovete realizzare: troppi pensionati e pochi giovani.
«Vanno recuperati crediti e allargata la base contributiva»
Intende dare battaglia ai colossi dell’e-commerce. Vale la pena?
«Sì, la pandemia lo ha reso evidente. Non possiamo chiedere i contributi ad Amazon, ma a chi intermedia il negozio con il colosso di Bezos o con Alibaba sì. La legge prevede un contratto di agenzia per chi è attivo nella promozione di prodotti e nella conclusione di contratti di vendita. Va applicata anche all’e-com».
Resta il fatto che la piramide demografica è rovesciata.
«Vero. Ma c’è tanta gente che cerca lavoro. E noi potremmo offrire una soluzione»
Cioè? Che proponete?
«Di entrare nella formazione e nella scuola: essere agenti di commercio non èun lavoro disonorevole, anzi. Ed esige professionalità sempre più elevate».
Richieste alle istituzioni?
«La detraibilità totale dell’auto, indispensabile per la produzione del reddito dell’agente, e la doppia patente professionale. Ce l’hanno tutti coloro che lavorano nella mobilità, ma non noi».
Come pensate di contribuire al Recovery pian?
«In modo sinergico. Aziende e negozi si sviluppano con gli agenti di commercio. Se le istituzioni guidano bene, il mondo produttivo ha la responsabilità di essere unito. Noi ci siamo, anche nella mia Torino e in Piemonte».
Che farà nei primi cento giorni?
«Mi avvicinerò agli agenti di commercio, semplificando le procedure burocratiche».
Ottimista, nonostante tutto?
«Dietro la crisi ci sono sempre le opportunità. Amo la montagna, sono abituato a salire. Siamo quasi in cima, con i vaccini. Poi l’orizzonte cambierà. E saremo in discesa».
Autore: Francesco Antonioli – La Repubblica
Fonte: La Repubblica – Ed. Torino, 18/01/2021 estratto da pag. 10 “Piemonte Economia”