Tassazione provvigioni, cosa dice l’esperto?

Cosa accade alle provvigioni dell’Agente di commercio? Ci sono importanti novità al riguardo, anche e soprattutto grazie a una recentissima sentenza della Corte di Cassazione.

Ne parliamo direttamente con il nostro consulente USARCI.


La Suprema Corte si è pronunciata in merito al periodo d’imposta in cui le provvigioni concorrono a formare il reddito d’impresa.

Si ricorda che le provvigioni attive spettanti all’agente sono considerate redditi d’impresa (a prescindere dal fatto che l’attività sia svolta in forma organizzata o meno), vale a dire quei redditi che derivano dall’esercizio d’imprese commerciali.

Per esercizio di imprese commerciali, nello specifico, s’intende l’esercizio per professione abituale, ancorché non esclusiva, delle attività indicate nell’art. 2195 del Codice Civile (imprenditori soggetti all’obbligo di iscrizione nel Registro delle Imprese).

Ciò premesso, considerato che le provvigioni maturate dall’agente sono proventi derivanti dall’espletamento di prestazioni di servizi, per individuare il periodo di competenza delle stesse bisogna considerare l’art. 109 del TUIR (Testo Unico Imposte sui Redditi), secondo cui “i corrispettivi delle prestazioni di servizi si considerano conseguiti […] alla data in cui le prestazioni sono ultimate”.

Da aggiungere anche che la disciplina codicistica dedicata al contratto di agenzia è stata modificata (dal Decreto 65/99): l’art. 1748 c.c. prevedeva dapprima che “l’agente ha diritto alla provvigione solo per gli affari che hanno avuto regolare esecuzione”. Ora, invece, lo stesso articolo dispone che l’agente ha diritto alla provvigione “per tutti gli affari conclusi durante il contratto […] quando l’operazione è stata conclusa per effetto del suo intervento”.

Per effetto del Decreto 65/99,  ne deriva che è irrilevante considerare il momento di esigibilità (eventualmente previsto nel contratto) del compenso per la prestazione svolta. Di conseguenza, la prestazione s’intende ultimata alla data in cui è concluso il contratto tra mandante e cliente, tenuto conto che è questo il momento in cui deve ritenersi conclusa la prestazione da parte dell’agente.

In conclusione, le provvigioni attive si tassano quando è concluso il contratto: rileva la data in cui si verifica la stipula del contratto tra mandante e cliente.

 

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