Milano, dove gli agenti di commercio sperimentano il futuro
Electo Magazine
E, considerando il tipo di lavoro degli agenti di commercio, anche il pranzo fuori casa rappresenta un costo non indifferente. A questo si aggiungono i problemi di viabilità. Va bene che le linee di metropolitana sono decisamente più utili ed efficienti rispetto a Roma o all’unica linea torinese, ma gli agenti di commercio hanno quasi sempre la necessità di spostarsi in auto e Milano non è proprio il massimo.
Inoltre confrontarsi con Milano significa avere la capacità di cambiare in continuazione e con estrema rapidità. L’industria “pesante”, quella che era difficile da spostare e garantiva stabilità, è di fatto scomparsa o è stata confinata fuori dalla città.
Che è diventata la capitale della moda, della leggerezza anche mentale. Software e non hardware. Il terziario avanzato, i servizi, la settimana dell’arredamento ma senza le industrie dell’arredamento che restano all’esterno. L’informatica, l’intelligenza artificiale. Ed i ristoranti alla moda anche quando sono soltanto fuffa, tanta immagine e nessuna sostanza. Ma un agente di commercio non è un critico gastronomico e vende anche a chi bluffa. Magari con la consapevolezza che si sta costruendo un modello economico senza grandi fondamenta. Magari con il timore che la bolla, prima o poi, possa esplodere.
Nel frattempo, però, Milano cresce ed attrae sempre più persone in cerca proprio di questo modello di società. Più influencer e meno insegnanti che non possono permettersi un costo della vita così elevato. Più manager e meno impiegati trasformati in pendolari.
In fondo è una sfida anche questa. Affrontare la città del futuro con gli strumenti del presente. Ed il modello degli agenti di commercio milanesi diventa un simbolo del cambiamento italiano.